Il Napoli vuole Quagliarella: non è solo un bomber, ma anche un segnale
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Il Napoli vuole Quagliarella: non è solo un bomber ma anche un segnale

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Il presidente del Napoli esce allo scoperto nell’intervista odierna al Corriere dello Sport: “Voglio Quagliarella!”. Si tratterebbe di un colpo utile in campo e dal forte valore simbolico fuori

Sulle prime sembrava essere una suggestione da fine stagione e invece Aurelio De Laurentiis fa sul serio: il Napoli vuole riportare in azzurro Fabio Quagliarella.

Tra i tanti argomenti affrontati nella giornata di ieri nel summit di mercato con tutti i vertici del club azzurro, c’era anche quello del ritorno del figliol prodigo. Il capocannoniere del campionato di Serie A andrebbe a completare la rosa con un tassello che nel mosaico del Napoli manca. Quello stoccatore in più che Ancelotti non ha in alternativa a Milik, contornato da soli ex esterni adattati con risultati alterni nel ruolo di seconda punta. Il ritorno di Quagliarella, ovviamente, oltre ai contenuti tecnici avrebbe anche svariati risvolti romantici, con l’attaccante stabiese che chiuderebbe finalmente il cerchio dei suoi anni buii con il tanto agognato ritorno a casa, tra l’altro impreziosito dal biglietto da visita del titolo di capocannoniere che conquisterà con ogni certezza nel prossimo week-end. Quagliarella è ancora un grande calciatore e l’ex di Toro, Juve e Udinese porterebbe in dote alcuni elementi che sono latitati nella stagione degli azzurri: freddezza sotto porta, esperienza, carisma e senso di appartenenza e di legame con la città. Solo casuale, o forse no, che De Laurentiis abbia pronunciato queste parole proprio nel giorno in cui la Curva B, con un comunicato duro ma lungimirante, aveva fissato come richiesta principale alla società l’installazione di un ponte più solido tra il club e la città. Niente come il ritorno di Quagliarella potrebbe avere un effetto rigenerante da questo punto di vista e irradiare di napoletanità l’aria di Castelvolturno per tornare ad accendere la passione dei tifosi e possibilmente riavvicinarli allo stadio. L’operazione, dunque, sarebbe per il presidente del Napoli anche un brillante e geniale passo incontro ai desiderata della sua gente: questo Napoli ancelottiano, un po’ freddo nella percezione esterna complice il post-sbornia d’entusiasmo sarrista, ha oggi bisogno come il pane di identità, passione e senso di appartenenza. Elementi che i tanti giovani di straordinarie qualità che provenendo da tutto il mondo affollano oggi lo spogliatoio azzurro da soli non possono più a garantire all’ambiente. D’altronde, la storia all’ombra del Vesuvio insegna che non può esserci un grande Napoli, senza che sia la città di Napoli a spingerlo.

L’OPERAZIONE

Quagliarella è legato alla Sampdoria da un solo altro di contratto a 1,3 milioni a stagione (scadenza 2020). I 36 anni all’anagrafe e quel desiderio del giocatore, più volte sbandierato, di chiudere la carriera nel suo Napoli, fanno si che il club blucerchiato difficilmente potrà fare la voce grossa in questa trattativa. Quagliarella spiegherà le sue ragioni che saranno senz’altro comprese da un pubblico da cui ha avuto e a cui ha dato tanto. L’unico tentennamento lo stabiese potrebbe averlo in ottica Euro 2020: difficile, se non impossibile, che con lo spazio part-time che avrà a Napoli potrà conquistarsi una convocazione nei 23 di Mancini, che sarebbe già complicata a prescindere. Il treno per scrivere il perfetto lieto fine di una storia già bellissima così, passa però una sola volta e difficilmente ci si può rinunciare per un qualcosa che resterebbe comunque incerto nei prossimi mesi. A 36 anni non ci si può più permettere una programmazione troppo ad ampio raggio e, dopo la stagione migliore della sua carriera, per Fabio è il momento di cogliere l’attimo.