Napoli, febbre Atalanta: Castagne, Ilicic e Zapata, chi arriva davvero?
Connettiti con noi

Napoli News

Napoli, febbre Atalanta: Castagne, Ilicic e Zapata, chi arriva davvero?

Pubblicato

su

Il Napoli ha nel mirino i big dell’Atalanta di Gasperini. Discorsi avviati con Castagne, Ilicic e Zapata. Piace anche Hateboer. Chi arriverà davvero?

Qualche voce di corridoio vorrebbe addirittura che se il Napoli abbia messo nel mirino quattro titolari dell’Atalanta di Gasperini è perchè avrebbe intenzione di far saltare il banco aggiungendo al pacchetto proprio lo stesso tecnico di Grugliasco. Alcuni giurano che sia anche partita qualche telefonata esplorativa dal telefono di De Laurentiis verso quello di Gasperini con Ancelotti che, guarda caso, nel post Napoli-Inter svelava l’esistenza nel suo contratto di una clausola precedentemente non nota. In realtà ad oggi non ci sono elementi sufficienti per pensare che possa davvero scatenarsi una tale rivoluzione e di Gasperini pare che il Napoli piuttosto voglia i giocatori. In principio fu Hateboer, il cui agente aprì pubblicamente alla possibilità di sedersi a parlare con Giuntoli. Poi la pazza idea, con annesso mea culpa, di un clamoroso ritorno di Duvan Zapata e ancora un colloquio esplorativo in cui è stata buttata giù la bozza di un accordo con il procuratore di Ilicic. Per arrivare infine, a una stretta di mani virtuale che il Napoli avrebbe avuto anche con Castagne.

CASTAGNE IL NOME PIU’ PROBABILE

Il belga, in realtà è proprio il primo della lista, e non da ieri. Giovane, duttile (può giocare su entrambe le corsie e farlo sia da quarto che da quinto) gran fisico, ampi margini di crescita e ingaggio alla portata. Insomma, il perfetto profilo da Napoli. La famiglia del calciatore, che ne cura anche gli interessi, è ormai da mesi in contatto con Giuntoli e trovare un’intesa sulle cifre non era certo impresa impossibile. Hateboer ha fatto un passo indietro nelle preferenze, mentre quella di Ilicic è una situazione da tenere lì, in attesa di capire come va a finire con i primi della lista. Lo sloveno, 31 anni, non è davanti a tutti, anche per una questione anagrafica: sotto questa presidenza, mediamente, il Napoli ha messo a segno solo un colpo su 10 con un giocatore che ha superato i 30 anni di età. Si è parlato di cifre, ognuno conosce i desiderata dell’altro e molto dipenderà anche dalla qualificazione in champions degli orobici.

ZAPATA: NON SOLO UNA SUGGESTIONE

Occhio a Zapata, che piace davvero, ma bisognerà capire quali saranno davvero le cifre in ballo. Il colombiano è arrivato a Napoli che era poco più di un ragazzino e all’ombra del Vesuvio ha lasciato tanti amici con cui è cresciuto ed è ancora quotidianamente in contatto. L’idea di tornare da vincitore e giocarsi il suo personalissimo riscatto lo tenta non poco. Tra il club e i procuratori argentini i rapporti sono ottimi e gli stessi sono già stati informati che l’idea di riportarlo in azzurro esiste eccome, ma per il cafetero c’è tanta concorrenza.

L’ATALANTA VUOLE INGLESE

Castagne, Zapata, Ilicic, Hateboer. Sembra questo ad oggi l’ordine di priorità, con i nomi del colombiano e dello sloveno da invertire passando a parlare di costi e fattibilità delle operazioni. Ad aiutare il Napoli nella trattativa c’è da tenere ben presente che l’Atalanta ha scelto sin da gennaio di puntare su Roberto Inglese, che potrebbe rappresentare un’importantissima pedina di scambio in un’eventuale maxi operazione. Se la Juventus, con cui il Napoli ancora aspira di provare a competere, può permettersi di andare su Milinkovic-Savic, come aveva fatto con Pjanic e Higuain, il Napoli dal canto suo non può aspirare a soffiare i migliori alle altre big, e allora punta, con grande intelligenza, a chi guadagna ancora cifre non da grande eppure ha fatto grande un’Atalanta che big sulla carta non lo era. Negli ultimi tre anni la squadra di Gasperini, nella capacità di stupire nel rapporto investimenti/rendimento, per certi versi ha fatto un po’ il Napoli, e il Napoli, oggi vuole prendere spunto per tornare ad alzare l’asticella della competitività senza intaccare per questo quell’oculata politica aziendale, marchio di fabbrica della società.