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Pagelle Barcellona-Juventus: Bonucci e Pjanic strepitosi, la MSN si inchina

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Pagelle Barcellona-Juventus: Suarez non riesce ad incidere, il salvataggio di Piquè vale come un gol

TER STEGEN 6 – Risponde presente le poche volte in cui viene chiamato in causa nel primo tempo, poi può limitarsi al massimo a sostenere l’assalto dei compagni a gran voce.

SERGI ROBERTO 5.5 – Duello “sporco” con Mandzukic sul fronte destro, dove non riesce a sfondare come “remuntada” imporrebbe. L’uomo della provvidenza contro il PSG ci prova a giro nella ripresa, ma la sfera esce per una questione di centimetri. Non è sempre domenica, soprattutto di mercoledì sera (32′ st MASCHERANO NG).

PIQUÉ 6.5 – Il salvataggio in “estirada” su Cuadrado nel primo tempo vale quanto un gol, poi si destreggia bene anche da mediano aggiunto piantando le radici nella metacampo bianconera nella ripresa.

UMTITI 6 – Una difesa dalla linea sempre alta esalta le sue doti atletiche: si mette in mostra per un paio di ripiegamenti in velocità con cui contiene tutti, Cuadrado compreso.

JORDI ALBA 5.5 – Patisce Cuadrado nella sua metacampo, almeno finché la Juve ha la forza di ripartire. Mentre fatica ad incidere in quella avversaria, nonostante Dani Alves abbia già il suo bel da fare con Neymar.

RAKITIC 5.5 – Il fuoco di paglia di un avvio ispirato, quindi una prosecuzione davvero anonima. E spara anche alle stelle dal limite vanificando una buona occasione, prima di “conquistare” la via degli spogliatoi (13′ st PACO ALCACER 5.5 – Il Barça prima del suo ingresso non riesce a sfondare. E dopo nemmeno).

BUSQUETS 5.5 – Un “trattamento” personale riservato a Dybala e tante proteste con la squadra arbitrale. Per il resto, compitino in mezzo al campo senza mai prendersi troppe responsabilità. Così non basta.

INIESTA 6 – Ci mette, al solito, tanto fosforo. E anche i tacchetti quando l’avversario gli scappa via: ammonito per un brutto intervento in mezzo al campo. Ma non garantisce il salto di qualità alla squadra che il vero Don Andres saprebbe offrire.

MESSI 5 – Ancora una volta, tanto per cambiare, il più ispirato della combriccola blaugrana. Ma ha sulla coscienza due occasioni monumentali, una per tempo, gettate al vento. Con quella dell’andata, fanno tre.

SUAREZ 5 – Tutto quello che è mancato al Barça, al solito generoso nel possesso palla ma ineditamente poco efficace in attacco. Non riesce a divincolarsi dall’ermetica retroguardia bianconera per creare lo straccio di un’occasione da rete.

NEYMAR 6.5 – Forse l’unico a crederci fino in fondo, si batte svariando su tutto il fronte offensivo. Regala un paio di magie palla al piede, ma gli manca sempre l’ultimo tocco. Che sia per un compagno o una conclusione verso la porta.

ALL. LUIS ENRIQUE 5 – Cerca maggiore spinta con Jordi Alba al posto del capro espiatorio Mathieu, ma è troppo poco. E anche con i cambi a ripresa in corso non riesce a dare nuova inerzia alla spinta dei suoi. Se ne torna a casa con zero reti segnate alla Juve in 180′.

Pagelle live Barcellona-Juventus: Bonucci e Pjanic stellari, ma il capolavoro porta la firma di Allegri

BUFFON 6 – Messi calcia solo una volta in porta nel primo tempo e lui si fa trovare pronto, nonostante una deviazione velenosa. Nella ripresa rischia grosso con un’uscita avventata, in cui viene nuovamente graziato da Messi. Ma San Gigi non ha bisogno di fare miracoli: basta la sua presenza per regalare serenità alla Juve.

DANI ALVES 5.5 – A differenza della gara d’andata questa volta Neymar gli fa patire le pene dell’inferno. Quando l’asso del Barcellona accelera il terzino bianconero è costantemente in ritardo. E fa fatica persino a prendere la targa a O’Ney. La fascia destra della Juve è un bersaglio troppo facile. Per la semifinale servirà rispolverare Lichtsteiner?

BONUCCI 7.5 – Gara giocata a livelli stellari, ai limiti della perfezione. Sempre attento in marcatura, perfetto nella lettura degli anticipi e impeccabile in fase di impostazione. Questo è Bonucci, il difensore che il mondo intero invidia alla Juve.

CHIELLINI 6.5 – Meno brillante rispetto all’andata, ma mostruosamente efficace. Suarez lo teme e si vede: gli ronza intorno, evitando quasi sempre l’uno contro uno. Sale in cattedra nel finale, dove c’è lui non si passa.

ALEX SANDRO 6 – L’aria frizzante della Champions League lo migliora anche in fase difensiva. Messi, come allo Juventus Stadium, se lo ritrova sempre in mezzo ai piedi. In velocità non ha problemi a tenere il passo fulmineo della Pulce. Ma nel secondo tempo costringe Khedira al fallo su Suarez, un fallo che il tedesco paga a caro prezzo: salterà la semifinale.

PJANIC 7.5 – Una gara votata al sacrificio. E’ il primo a raddoppiare con insistenza stoica su Messi e morde le caviglie quando serve. Si traveste da operaio, nonostante dovrebbe essere l’architetto del centrocampo bianconero. Ma per la Juve è prezioso, se non imprescindibile: offre la miglior prova della stagione. E il Barcellona si mangia le mani per non averlo preso in estate.

KHEDIRA 6.5 – Compassato, ma sempre presente. Prezioso per la difesa, che trova in lui un alleato indispensabile. Dai suoi piedi, nel secondo tempo, partono quasi tutte le ripartenze dei bianconeri, anche se negli ultimi trenta metri perde lucidità. Bravo a far salire la squadra quando serve, peccato per quel giallo che gli costa la semifinale d’andata.

CUADRADO 7 – Costringe Iniesta a spendere un cartellino giallo che, con il passare dei minuti, diventerà sempre più pesante. Mette a ferro e fuoco la sua fascia e Jordi Alba tenta di fermarlo, con le buone, ma spesso anche con le cattive. E sfiora anche il gol. Quest’anno è diventato un campione, un intoccabile per Allegri (38′ st LEMINA NG).

DYBALA 6.5 – Se tocca pochi palloni non è certo colpa sua: la partita gli impone una calma olimpica. E lui dimostra di averla: punzecchia Piquè e Rakitic, andando sempre in pressione quando hanno palla al piede. Quando ha la possibilità di scaldare il sinistro lo fa, ma senza fortuna. Ma nel computo della qualificazione i suoi gol dell’andata pesano. Eccome se pesano: la Joya ha superato il primo, grande esame di maturità europeo (29′ st BARZAGLI 6).

MANDZUKIC 6.5 – Il paragone con Eto’o, nello storico Barcellona-Inter del 2010, è impossibile da non riproporre. Veste i panni del terzino, macinando chilometri su tutta la corsia di sinistra. Autentica garanzia di cui Allegri proprio non può fare a meno. Senza di lui il 4-2-3-1 sarebbe impossibile da proporre: talismano, anche più del rimpianto Padoin…

HIGUAIN 5.5 – Oltre a fallire le uniche due occasioni capitate alla Juve nel primo tempo sbaglia anche qualche appoggio di troppo. Ma si danna l’anima e spesso si ritrova anche a lottare in mezzo al campo come un leone. Le sue prove in Europa sono un continuo “vorrei, ma non posso”. Ma in semifinale serviranno anche quei gol che in Champions League arrivano col contagocce (42′ st ASAMOAH NG).

ALL. MASSIMILIANO ALLEGRI 8 – Primo tempo perfetto, secondo tempo leggendario. Questa Juve, tanto attaccata, criticata e a tratti massacrata è ad un passo dallo Scudetto, in semifinale di Champions League e in finale di Coppa Italia. E la mano di Allegri è tangibile: lo 0-0 del Camp Nou è la più importante dimostrazione di forza che i bianconeri potessero dare a tutto il mondo. Il gigante Barcellona è diventato piccolo, piccolo, piccolo.