Pessina racconta: «Ho detto a Kross che era uno dei mio idoli. La sua reazione...»
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Pessina racconta: «Ho detto a Kroos che era uno dei mio idoli. La sua reazione…»

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Matteo Pessina si è raccontato a Cronache di Spogliatoio svelando anche un retroscena sulla partita contro il Real Madrid

Matteo Pessina si è raccontato a Cronache di Spogliatoio, svelando anche un retroscena sulla partita contro il Real Madrid.

FUTURO – «Voglio accrescere le mie competenze economiche e giuridiche per completare quelle che sto maturando sul campo. Attualmente la mia strada è abbastanza delineata: mi piacerebbe diventare un dirigente, direttore generale in un club o entrare in federazione. Lavorare nella Fifa e nella Uefa sarebbe una figata».

KROOS«Quando mi sono trovato in mezzo a quei due, Modric e Kroos, ero già allenato mentalmente. Toni è uno dei miei idoli. E poi… come la fanno girare loro, nessun altro. Sono a quel livello da un decennio, formidabili. C’è stato un attimo, nel secondo tempo, in cui il pallone è terminato fuori e sono entrati i medici per soccorrere un calciatore del Real. Mi sono avvicinato e gli ho detto spontaneamente in inglese: ‘Ciao, devi sapere che per me sei uno dei giocatori più forti in circolazione. Io mi ispiro a te, ci tenevo a dirtelo’. Lui mi ha ringraziato con grande stile. Dopo la partita è venuto a cercarmi negli spogliatoi per regalarmi la sua maglietta, scambiandocela. Era rimasto colpito».

NONNA – «Senza i suoi insegnamenti non avrei mai trovato la forza di preparare una sfida come quella in Champions contro il Real. Se ho più tensione alla vigilia di una sfida di Champions o prima di un esame? Come ho detto, ho assimilato fin da subito il concetto di angoscia. Mi piace vivermi l’elettricità di certi momenti e sfruttarla a mio vantaggio”. “Mia nonna era professoressa nel primo liceo che ho frequentato. Quando sono entrato io, dopo le medie, lei era già in pensione. Insegnava latino, e infatti andavo fortissimo. Non che avessi bisogno delle sue ripetizioni, ma il potenziamento che facevamo insieme il pomeriggio prima del compito era fondamentale. Conosceva i professori, erano stati suoi colleghi, e conoscendoli si immaginava quali versioni avrebbero proposto. Ci fu un giorno, in particolare, in cui mi seguì in un testo di Seneca. Il mattino seguente, il compito era proprio quello! Lo consegnai in 10 minuti e il prof sbalordito mi chiese: ‘Pessina, ma come diavolo hai fatto?!’. La mia risposta fu lapidaria: ‘Semplice prof, l’ho fatto ieri con mia nonna».