Verso il Brasile, i Diavoli Rossi nell'inferno di Rio: il Belgio, generazione di fenomeni - Calcio News 24
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2014

Verso il Brasile, i Diavoli Rossi nell’inferno di Rio: il Belgio, generazione di fenomeni

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Il Belgio più forte di sempre è pronto a prendersi la ribalta Mondiale

BELGIO MONDIALE BRASILE – Giovani, belli e forse vincenti. Il miglior Belgio di sempre è pronto a ripagare l’enorme attesa di addetti ai lavori e non, incantati dalla qualità di una squadra che non può più essere considerata una semplice rivelazione. Difesa rocciosa ed esperta, centrocampo talentuoso e attacco devastante: il gruppo di Wilmots (che mancava ai Mondiali dal 2002) punta alla ribalta Mondiale. I presupposti ci sono tutti: dopo aver dominato il girone di qualificazione – otto vittorie, due pareggi e nessuna sconfitta, diciotto gol segnati e cinque subiti, in un gruppo composto da squadre più che insidiose come Serbia, Croazia, Scozia e Galles -, i belgi sono stati sorteggiati con Russia, Algeria e Corea del Sud. Gruppo, nel complesso, abbordabile: il bello, eventualmente, verrà dopo, quando agli ottavi Lukaku e compagni molto probabilmente troveranno una tra Germania e Portogallo.

L’ALLENATORE, MARC WILMOTS – Quarantacinque anni e una super conoscenza del calcio europeo, ottenuta tra Belgio (Standard Liegi) e Germania (Schalke 04) da giocatore. Poi, dopo una breve parentesi nel mondo della politica, il ritorno al calcio, ma non più quello giocato: dal 2009 Wilmots è entrato stabilmente a far parte della Nazionale, di cui, nello scorso giugno 2012, è divenuto commissario tecnico. Pass Mondiale strappato in scioltezza e contratto allungato sino al 2018. Un po’ come per Prandelli, l’avventura iridata non è iniziata nel migliore dei modi: l’esclusione di Timmy Simons, bandiera belga che vanta più di 100 presenze con la Nazionale, a favore dell’inserimento di Januzaj, ‘convertitosi’ ai Diavoli Rossi solo qualche settimana fa, ha destato scalpore. E ha fatto nascere polemiche, a cui si sono aggiunte le lamentele di Radja Nainggolan, un altro ‘esubero’ di lusso.

LA STELLA, EDEN HAZARD – La ciliegina sulla torta di una squadra da urlo, almeno sulla carta. Cercato dal Paris Saint Germain, ma blindato dal Chelsea: Hazard è il genio della squadra, il punto di riferimento in attacco dai cui piedi nascono le occasioni più importanti. Fortissimo tecnicamente, devastante nell’uno contro uno e capace di giocare con estrema naturalezza con entrambi i piedi: il fantasista dei ‘Blues’ è l’asso nella manica di Wilmots. Una manica, poi, che mette i brividi. A cominciare dalla porta, difesa da Thibaut Courtois, il miglior estremo difensore europeo per rendimento della stagione 2013/14. Coperto da un pacchetto arretrato che garantisce forza ed esperienza, affinata da anni di duelli in Premier League: Vincent Kompany, capitano del Manchester City, Thomas Vermaelen, difensore dell’Arsenal, e Jan Vertonghen, punto fermo del Tottenham. Poche, per la verità, le polemiche nate dall’esclusione di Nainggolan dall’elenco: quando a disposizione hai Witsel, Defour, Fellaini, Dembélé, Chadli, De Bruyne, diventa difficile lamentarsi. Come in attacco, dove Lukaku, Mertens e Mirallas non faranno rimpiangere l’assenza di Benteke, infortunatosi durante un allenamento con l’Aston Villa. Una stella, Hazard, un po’ più luminosa di tante altre. E difficilmente sarà una Supernova…

LA GIOVANE PROMESSA, ADNAN JANUZAJ – Per sei mesi è stato il giocatore più ricercato a livello di nazionali. Lo volevano la selezione kosovara (paese di origine dei suoi genitori), quella inglese (dove, in virtù del trasferimento tra le fila del Manchester United a soli 16 anni, avrebbe potuto ottenere la cittadinanza) e la nazionale belga, che alla fine l’ha spuntata, facendolo esordire lo scorso 26 maggio e convocandolo per il Mondiale. Mancino naturale, Januzaj (classe ’95) ama partire largo, sulla fascia, per poi accentrarsi. Può giocare da esterno di centrocampo ma anche come ala, e, per l’eleganza dei movimenti, ha ricordato ai più il primo Ryan Giggs. E c’è un particolare non da poco: lo manda Sir Alex Ferguson. Più che una garanzia…

L’UOMO MERCATO, ROMELU LUKAKU – Uomo mercato, nel senso che tutti farebbero carte false per averlo, eccezion fatta per il Chelsea, proprietario del suo cartellino. Dopo esserselo assicurato per 22 milioni di euro, i Blues hanno preferito mandarlo in prestito in Premier League, per farlo crescere. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: 66 presenze e 32 gol con le maglie di West Bromwich Albion, trascinato alla salvezza, e Everton, che ha centrato a fine stagione la qualificazione in Europa League. Classe ’93, Lukaku è dotato di una stazza imponente ma anche di un’ottima tecnica: non è un caso che a molti ricordi Didier Drogba. Ha esordito in nazionale a 17, mentre il primo gol da professionista lo ha realizzato poco più che sedicenne: vestiva la maglia dell’Anderlecht, con cui ha vinto due Jupiler Pro League e una classifica capocannonieri. Fa gola a molte big del calcio europeo, e ad una italiana, la Roma. Il suo futuro, però, passa anche dal Mondiale: Mourinho è pronto a riportarlo allo Stamford Bridge.

L’ULTIMO MONDIALE, NEL SEGNO DI WILMOTS – Dodici anni di astinenza. L’ultima apparizione del Belgio nella fase finale di un Mondiale risale all’edizione del 2002, in Corea del Sud e Giappone. Nel segno di Wilmots, allora in campo da giocatore: con tre gol in tre partite, il ct belga trascinò la squadra agli ottavi di finale. Si impose 2-0 il Brasile – laureatosi, poi, campione del Mondo – ma, a più di dieci anni di distanza, restano molti rimpianti per quella gara: nel primo tempo, infatti, fu annullato, sullo 0-0, un gol regolare a Wilmots. Una rete che, forse, avrebbe potuto cambiare la storia del Mondiale. Gli unici superstiti di quella spedizione sono proprio Wilmots, ct, e Van Buyten: dal Brasile al Brasile, è scattata l’ora della rivincita.

PRONOSTICO – L’obiettivo minimo dei Diavoli Rossi è di passare il turno: il sorteggio, infatti, ha riservato loro un solo scoglio, ossia la Russia di Capello. Corea del Sud e Algeria, almeno sulla carta, sembrano diversi gradini sotto. Poi, agli ottavi, quasi sicuramente sarà scontro di fuoco: Portogallo o Germania aspettano il Belgio. L’immensa qualità di cui dispongono i ventitrè di Wilmots può essere attenuata solo dall’inesperienza a livello europeo. Dall’altro lato, però, c’è da considerare che questo gruppo (che ha un’età media di 24 anni) gioca insieme da più di dieci anni: una sorpresa per molti, ma non per tutti. Già nel lontano 2002 in patria si parlava della terribile banda degli undici diavoli, come dimostrato dalla pagina di un quotidiano belga. Ora, a dodici anni di distanza, è tutto pronto per il Mondiale: i Diavoli Rossi non vedono l’ora infiammare l’inferno di Rio.