Allegri, il retroscena: duro attacco a Leao nello spogliatoio dopo Juve-Milan. Cosa è successo
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Allegri, il retroscena: duro attacco a Leao nello spogliatoio dopo Juve-Milan. Cosa è successo

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Allegri, il retroscena: duro attacco a Leao nello spogliatoio dopo Juve-Milan. Cosa è successo e perché il tecnico era arrabbiato

Il rapporto tra Rafael Leão e Massimiliano Allegri è un filo sottile, teso al massimo dopo la partita di Torino, su cui cammina l’equilibrio della stagione del Milan. Il culmine della tensione si è raggiunto nello spogliatoio dello Stadium, lontano dalle telecamere, quando l’allenatore ha attaccato duramente il suo numero 10 di fronte a parte della squadra. Il messaggio, diretto e inequivocabile, è stato chiaro: per avere un posto da protagonista in questo Milan, Rafa deve dare molto di più. Altrimenti, il rischio di restare ai margini, come già accaduto a tratti in passato, è concreto.

La serata di Torino è stata un dramma in tre atti. Il primo, documentato dalle telecamere di DAZN, è stato l’ingresso in campo di Leão, accompagnato da un teso avvertimento di Allegri: «Non mi fare inc…». Il secondo atto è stata la prestazione del portoghese, caratterizzata da due errori clamorosi: un sinistro spedito a lato da due passi e un assist del fenomenale Modrić sprecato malamente. La reazione di Allegri è stata una furia di gesti e parole, culminata con un urlo che non lasciava presagire nulla di buono: «Ora nello spogliatoio non fiata nessuno».

E infatti, a fiatare è stato solo lui. Nel terzo e decisivo atto, al chiuso dello spogliatoio, Max si è rivolto direttamente a Leão, contestandogli un atteggiamento non all’altezza di chi veste la maglia del Milan. La conclusione è semplice: per essere un titolare inamovibile, Leão deve alzare drasticamente il livello della sua intensità e del suo approccio alla partita. A riportarlo è La Gazzetta dello Sport.

Certo, ci sono ampie giustificazioni. Rafa rientrava da un infortunio al polpaccio che lo ha tenuto fuori per un mese e mezzo ed è ingeneroso giudicarlo in queste condizioni. Tuttavia, il tema della sua discontinuità è una costante della sua carriera. Il suo talento si “accende e spegne” con troppa frequenza, un limite su cui deve lavorare per compiere il salto definitivo da ottimo giocatore a campione assoluto. Come ha saggiamente sottolineato il compagno di squadra Rabiot: “Rafa ha 26 anni, il tempo passa veloce, spero si renda conto di poter competere con i più forti”.

Quest’anno, però, c’è una novità fondamentale: per la prima volta, Leão ha una concorrenza reale e agguerrita. Nel 3-5-2 di Allegri c’è posto per un solo attaccante al fianco di Pulisic, e i suoi rivali, Santiago Gimenez e Christopher Nkunku, sono avversari temibili. Il messicano ha grinta da vendere, mentre il francese possiede colpi da fuoriclasse. La palla, ora, passa a Leão. Il filo che lo lega ad Allegri si è teso pericolosamente. La stagione del Milan dipenderà molto dalla sua capacità di non farlo spezzare.

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