Baldissoni replica alla conferenza stampa di Totti: parola alla società
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Baldissoni: «Totti? Delusi e amareggiati. Stadio cruciale per Pallotta»

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Baldissoni replica alla conferenza stampa di Totti: la voce della della società dopo le esternazioni dell’ex capitano giallorosso

Dopo la conferenza stampa travolgente e sconquassante di Francesco Totti, la Roma è pronta a prendere posizione attraverso le parole di Mauro Baldissoni. Il vicepresidente giallorosso interverrà alle 13.30 ai microfoni di Sky Sport.

Il club giallorosso ribadirà e amplierà il proprio punto di vista già esplicitato con un comunicato nella giornata di ieri in cui le parole di Totti venivano definite “fantasiose e lontane dalla realtà”.

La conferenza di Totti?

«Io credo che sia opportuno fare una considerazione che meriterebbe un approfondimento più ampio che è quello del passaggio di un calciatore a un altro ruolo. Francesco poi è stato il più grande calciatore italiano. Questo passaggio va accompagnato. Noi siamo stati pazienti, lo abbiamo aspettato, non abbiamo mai avuto fretta di indirizzarlo verso un ruolo e come ha detto lui era difficile rendersi conto di quello che succedeva. Dopo Monchi, la società gli ha proposto di assumere il ruolo di direttore tecnico, intorno a febbraio, e lui non aveva ancora dato una risposta. Siamo rimasti dispiaciuti della sua percezione, che non era in grado di incidere. Ma utilizzo le sue parole, la società ha accolto il suggerimento di Ranieri per il dopo Di Francesco. Anche la proposta di tentare l’avventura interessante di convincere Conte come nuovo allenatore della Roma, la società lo ha voluto seguire andando ad esporsi in un tentativo difficile. Fienga, Ceo del club, ha in mano le deleghe operative del club e lo ha accompagnato in questo tentativo. La società ha tenuto in grande considerazione i suoi suggerimenti. Io non lavoro nell’area tecnica ma può succedere che alcun considerazioni non siano state considerate ma fa parte di un percorso, in quello che resta un lavoro di squadra. Nessuno decide da solo, non solo alla Roma ma anche nelle altre società».

La deromanizzazione?

«Dispiace che questa sia la sua percezione, figlia dell’amarezza probabilmente. Francesco ha avuto due contratti da giocatore e un contratto da dirigente per 6 anni con una proposta da direttore tecnico. Parlando di Daniele, anche lui ha avuto due contratti da questa proprietà. La società gli ha offerto un percorso all’interno della società al fianco di Fienga o da allenatore, a seconda delle sue volontà. La società ha fatto altri investimenti per riportare giocatori del settore giovanile, come ad esempio Florenzi e Pellegrini. Ha voluto riconoscere a Luca Pellegrini un ruolo importante, aggregandolo in prima squadra fino a gennaio. Questo si associa a tutte le iniziative che credo sia un vanto e un merito di questa società. C’è stato l’avvio della Hall of Fame che va oltre alla premiazione e consente di poter far parte di questa famiglia ai calciatori che hanno giocato anche e solo una partita di venire a Trigoria con una telefonata. La società ha voluto privilegiare chi ha vestito questa maglia in passato inserendo degli elementi come Candela, Nela, Rizzitelli, Chierico e altri in altre attività della società. I recuperi di memorabilia per l’ufficio storico è una delle attività di questa società. E’ chiaro l’obiettivo: privilegiare chi ha speso tanto per portare il nome di questa squadra, maglia, all’attenzione del pubblico nazionale e internazionale. Deromanizzare sarebbe sciocco. Il patrimonio che è rappresentato da questi calciatori è un patrimonio che implica un valore inestimabile dal punto di vista emozionale, comunicazionale e patrimoniale, saremmo stupidi a fare il contrario e sono i fatti a dimostrare che non è così. Vi cito un aneddoto: prima dell’acquisizione da parte degli americani, incontrai Francesco e gli andai a spiegare la considerazione degli americani, dicendogli che nel mondo, Totti all’epoca era più conosciuto della Roma, alcuni conoscevano la Roma ma non associava che Totti giocasse nella Roma. Nulla più lontano dal vero che pensare di voler allontanare Totti dalla Roma».

Pallotta più presente?

«Liverpool e Chelsea hanno vinto i tornei principali europei e vi invito a verificare quanto i loro presidenti siano stati presenti all’interno della sede. Pallotta ha invitato Francesco a trascorrere 6 mesi negli Stati Uniti, anche recentemente lo ha invitato a Boston e nella sua residenza al mare. C’è una difficoltà di lingua e di cultura che non favorisce la comunicazione e noi avremmo potuto impegnarci di più ma l’interesse del presidente è di avvicinare questi giocatori».

Rapporto con Totti?

«Gli è scappata una risata furba durante la conferenza. Lui era il mio idolo di infanzia e scrissi anche una lettera a un giornalista che lo aveva attaccato in merito al calcio a Balotelli. Io non ho grandi motivi di confronto lavorativo quotidiano. Nel primo anno gli ho dato massima disponibilità e a venire nella mia stanza, a fare domande ma anche a leggersi il giornale, anche solo per farsi un’idea del lavoro e per prendere spunto in vista del futuro. Non opero nell’area tecnica e non ho molti motivi di confronto ma gli ho dato sempre grande disponibilità».

Risvolti legali?

«Non potevamo fare a meno di notare questo ripetuto riferimento a una nuova proprietà ma era sollecitato dai giornalisti. Abbiamo voluto ricordare che qualsiasi iniziativa deve essere condotta nei modi corretti essendo la Roma una società quotata. Il presidente è stato chiaro: la Roma non è in vendita ed è bene che i mercati lo sappiano».

Cosa lascia la conferenza di Totti?

«A noi lascia dispiacere ed amarezza, è una sconfitta di tutti. Totti è un grandissimo patrimonio della Roma e della società. Le strategie di mercato non sono associate a questo, la Roma ha un piano e deve andare avanti a prescindere da chi è all’interno della società. Io posso fare riferimento ai fatti: la proprietà ha investito senza sosta in questi anni. Ha ereditato una società con problemi finanziari, ha completato il risanamento e ha portato dei risultati piuttosto buoni. La Roma è tra le 10 società che hanno investito di più nell’acquisto dei calciatori, ovviamente sempre tenendo presenti i paletti del Fair Play Finanziario. Anche nell’anno in cui rimase fuori dalla Champions e concluse con il record di punti in campionato, la Roma continuerà ad investire per essere competitiva, provando a vincere dei trofei. Sbagliare fa parte del mondo del calcio. Sono stati fatti degli errori, come dichiarato dal presidente. E’ stata un’annata negativa ma questa non può che essere una motivazione per migliorarsi. Il presidente Pallotta è ambizioso, vuole primeggiare in campo sportivo. Un grande equivoco del quale è vittima, ricordando la sua prima intervista quando venne a Roma. Lui parlando della sua avventura, nello sport aveva avuto modo di comprare i Boston Celtics con altri soci e ha avuto la fortuna dopo 5 anni di poter conseguire qualcosa di simile. Non ha mai detto che avrebbe vinto lo Scudetto in 5 anni ma ha detto che vuole primeggiare e vincere. Sono stati commessi errori quest’anno che lui quest’anno è il primo a voler correggere».

Pallotta via senza stadio?

«Lo stadio è un tema cruciale e in questa città dobbiamo sottolineare come si intenda creare delle aree di opacità. Lo stadio è cruciale nel calcio moderno, è un amplificatore di ricavi che sono necessari per la Roma per aumentare gli investimenti, senza lo stadio tutto resta complesso, non per la società ma per primeggiare. Senza lo stadio sarà pressoché impossibile sfidare la Juve che oggi ha il doppio del nostro fatturato. Se il presidente, nel tempo, vedrà che non riuscirà a passare per un investimento enorme attraverso fondi privati potrebbe pensare che non vale la pena farlo ma non lascerà nulla di intentato per lungo tempo affinché ciò avvenga».