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Buon compleanno a… Ivan Ilic

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Oggi Ivan Ilic compie 22 anni. Ed è sicuramente un giorno lieto perché il ragazzo sta dimostrando che un po’ di quelle belle parole spese per lui quando era appena arrivato in Italia dicevano il vero o quanto meno vi si avvicinavano. Del ragazzo serbo, infatti, si proclama da tempo che è uno dei prospetti più intriganti dei cosiddetti Millennials. É stato scovato nella Stella Rossa nel 2017 dal Manchester City. Bravo e rapido a bruciare una concorrenza continentale anche geograficamente ampia, che andava dal Porto al Milan.

Dopo un’esperienza nella a Breda nella Eerste Divisie, la Serie B olandese, viene mandato in prestito al Verona. Che non esita a riscattarlo dopo un anno, evidentemente convinto dalle sie prestazioni. Sulla panchina scaligera c’è Ivan Juric, uno dei protagonisti di questa vicenda. Al tecnico croato piace la sua duttilità, un talento ancora acerbo ma visibile, una buona personalità. Che si evidenza nello splendido gol siglato in Coppa Italia contro il Venezia in Coppa Italia. Ma di quella prima stagione in Veneto, probabilmente la sua performance migliore la si può apprezzare nella gara casalinga contro il Napoli, battuto 3-1. Il motivo è molto semplice: quella squadra è un gioiellino, ci sono Dimarco, Faraoni, Barak e Zaccagni. Tutta gente che sa dare del tu al pallone e in quel contesto Ivan si dimostra all’altezza. Fa il suo, ovvero si connette in un gruppo che quando alza il livello del suo funzionamento si prende della gran belle soddisfazioni come mettere sotto l’undici di Gattuso. Ilic è al pari dei compagni uno che corre, pensa veloce e sa sempre cosa fare.

Juric, dicevamo. L’allenatore che gli insegna cos’è la Serie A è proprio colui che se lo ritrova adesso, nel Torino. Nuova la città, nuovo il club, nuovi gli obiettivi, perché quando si concretizza a gennaio il passaggio dal gialloblu al granata, la situazione è già sostanzialmente quella di adesso: il Verona con un piede in Serie B, anche se non manca la voglia di lottare per non caderci; i granata con un bel sogno europeo, anche se il mister non fa voli pindarici, ama dire che si deve pensare a un impegno alla volta e non paiono quasi mai discorsi di prammatica. Come non lo è il modo che ha di accogliere il nuovo acquisto. La sintesi giornalistica può anche essere brutale, ma Juric è troppo esperto per non sapere che il suo ragionamento al termine della sessione invernale di mercato verrà enunciato così: a oggi, siamo più deboli. Perché ho perso una certezza, Lukic, e mi ritrovo una promessa, Ilic. I due fanno rima, ma non sono la stessa cosa.

Non è esattamente un discorso trionfalistico. Del resto, il tecnico del Toro non sembra mai esattamente felice di ciò che gli sta intorno, laddove può manda frecciate alla società, quasi che non lo si accontentasse mai pienamente nel suoi desideri. Cairo talvolta risponde, più spesso abbozza. Nel caso specifico probabilmente potrebbe avvertire persino un po’ di ingenerosità perché insomma, Ilic era un obiettivo di altri, si parlava di Marsiglia, Napoli e Lazio, non proprio competitors trascurabili.

Quali sono state finora le migliori prestazioni di Ilic in Serie A? Di una abbiamo già parlato. Pescando nel campionato successivo, spicca quel che combina a Bergamo, quando il Verona sconfigge l’Atalanta e lui mette in mostra un bel po’ di cose: accelera e propizia l’autogol di Koopmeiners; in coppia con Tameze regge le sorti del centrocampo; piace per come organizza la manovra e la qualità tecnica che vi inserisce. Quest’anno, nella prima parte della stagione, in Bologna-Verona ha fatto molto bene, inserendosi in tutte le giocate importanti della squadra.
Pochi giorni fa, prima di Lecce-Torino, ai microfoni di Sky Sport ha parlato di «sacrificio».

Il giorno dopo, il quotidiano sportivo del suo Presidente, ha sottolineato come sia stato «meglio di tutti in mezzo», enumerando i 5 recuperi come prova della sua importanza.