Caressa: «Chi dice no a rinnovamento San Siro non dà alternative. Ma lo stadio non è un museo»
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Caressa: «Chi dice no a rinnovamento San Siro non dà alternative. Ma lo stadio non è un museo»

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Caressa: «Chi dice no a rinnovamento San Siro non dà alternative. Ma lo stadio non è un museo». Le parole del noto giornalista

Il futuro di San Siro e la costruzione di un nuovo stadio a Milano continuano a essere un tema centrale nel dibattito calcistico italiano. A gettare benzina sul fuoco, dopo le parole preoccupate del presidente dell’Inter Giuseppe Marotta, è intervenuto il giornalista Fabio Caressa durante la trasmissione Sky Calcio Club. Caressa ha offerto un’analisi lucida e critica della situazione di stallo, appoggiando in pieno la posizione dei club.

Commentando le recenti dichiarazioni di Marotta, Caressa ha sottolineato come l’opposizione al progetto manchi di una visione costruttiva, basandosi su argomentazioni che, a suo dire, non tengono conto della realtà funzionale di uno stadio moderno. «Parole molto chiare quelle di Marotta, sono uscite delle notizie di giornali specifici, delle ipotesi di votazione della maggioranza che voterebbe contro, si parla dai 4 ai 7 della maggioranza contro il progetto San Siro. Il problema è chi dice di no non dà alternative, chi dice no non dice che non rifacciamo San Siro ma lo facciamo altrove, dicono solo no perché San Siro è un’opera d’arte. Si entra nei musei, si va al Colosseo ma non sono funzionali alla vita sociale in città, non è che al Colosseo fanno ancora gli spettacoli».

L’analogia con il Colosseo serve a Caressa per smontare la tesi del “monumento intoccabile”, evidenziando come la funzione di un impianto sportivo debba prevalere sulla mera conservazione nostalgica. Il giornalista ha poi ampliato il suo ragionamento, mettendo a confronto la situazione italiana con quella del resto d’Europa, dove la modernizzazione è una priorità da tempo. Il divario, secondo Caressa, è ormai imbarazzante e rischia di penalizzare irrimediabilmente il calcio italiano. «Ci sono stadi vecchi di 60 anni, immaginiamo la distanza che c’è col resto. Hanno buttato giù Wembley, il nuovo Bernabeu sembra fantascienza».

L’intervento di Caressa è un appello al pragmatismo: guardare al futuro per non rimanere intrappolati in un passato glorioso ma non più funzionale alle esigenze del calcio moderno.

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