Non solo Chris Froome, il doping nel calcio: da Davids a Maradona, da Borriello a Gheddafi - Calcio News 24
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Non solo Chris Froome, il doping nel calcio: da Davids a Maradona, da Borriello a Gheddafi

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Il caso della positività di Chris Froome al salbutamolo apre una riflessione sullo stato di salute del mondo del ciclismo: ma anche il calcio ha avuto i suoi shock

La positività all’antidoping di Chris Froome all’ultima Vuelta rischia di danneggiare gravemente uno sport come il ciclismo, che negli ultimi anni ha fatto tanto per ripulire la propria immagine dagli scandali del primo decennio del 2000. Anche il mondo del calcio, però, ha avuto le sue belle gatte da pelare in materia. Andiamo allora a ripercorrere i casi più celebri (non tutti, sarebbero troppi) di «dopati» nel calcio. O meglio, di doping nel mondo del calcio: capiremo subito perché.

Non possiamo non partire dal giocatore più forte della storia: quel Diego Armando Maradona che il 17 marzo 1991 chiuse la propria parentesi a Napoli proprio perché positivo ai controlli antidoping. Aveva barato? No, ma assumeva cocaina: sostanza comunque proibita. Nella stessa tentazione caddero leggende viventi come René Higuita e Claudio Caniggia, ma anche calciatori «normali» come Bachini, Iuliano e Carrozzieri o ancora l’incostante Adrian Mutu.

Questi sono alcuni dei calciatori fermati per doping a causa dell’assunzione di droga. Ma ci sono anche storie di doping vero e proprio. Ricordate il nandrolone? Il caso più famoso in Italia, nel 2001, riguardò probabilmente Edgar Davids, ma lo stesso steroide anabolizzante derivato dal testosterone fu ritrovato a gente come Pep Guardiola, Frank De Boer, Stam, Couto e Bucchi.

Ci sono poi i casi da Bar Sport. Un esempio? Quello di Marco Borriello. Quando ancora indossava la maglia del Milan risultò positivo a prednisone e prednisolone (metaboliti del cortisone). Cos’era successo? Diciamo che era entrato in contatto con la crema intima utilizzata dall’allora fidanzata argentina, tale Belen Rodriguez. Clamoroso anche il caso del figlio di Gheddafi, il libico risultato positivo ai controlli antidoping di un Perugia-Reggina in cui non scese nemmeno in campo. Come quelli di Andrea Carnevale e Angelo Peruzzi, che nel 1990 risultarono positivi alla fentermina: sostanza contenuta nelle pastiglie anti-obesità assunte dai due. Del resto sembra il caso di dare ragione a Philip Lahm: «Il doping nel calcio esiste, ma è inutile».