Monza Juve: Trapattoni, un Allegri del Novecento
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Monza Juve: Trapattoni, un Allegri del Novecento

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Monza Juve sblocca ricordi antichi in casa bianconera: proprio contro i brianzoli ci fu la prima in panchina di Giovanni Trapattoni

Monza Juve di domenica pomeriggio sarà un inedito per il campionato, come tutte le gare dei brianzoli che quest’anno si sono affacciati per la prima volta in Serie A. La gara ha numerosi motivi d’interesse, a cominciare dalla sorprendente presenza in panchina di Raffaele Palladino al posto di Giovanni Stroppa. Il cambio di direzione tecnica al Monza è in linea con quello del Bologna: se pareggi e non perdi – com’è successo alle due squadre con Lecce e Spezia – vieni mandato a casa.

Allenatori che vanno, allenatore (e che allenatore!) che arrivò: Giovanni Trapattoni. Il mister che ha scritto un’epoca in bianconero partì proprio da un Monza Juve di Coppa Italia il suo lungo percorso. E come spesso succede – capitò anche a Marcello Lippi un avvio zoppicante – non convinse più di tanto alla prima uscita. Sotto una pioggia battente e su un campo ai limiti della praticabilità, la Juve non andò oltre il pareggio per 1-1. Gol del vantaggio di Roberto Boninsegna, a chiarire che l’acquisto del centravanti dell’Inter era una mossa azzeccata (e tale si rivelò nel proseguimento di una stagione trionfale, con annessi scudetto e Coppa Uefa). Pareggio di quell’Ariedo Braida, allora ventenne di belle speranze, che il meglio di sé lo ha fornito nel lunghissimo sodalizio con Galliani e Berlusconi come Direttore Sportivo e Direttore Generale del Milan. E che oggi, lavorando alla Cremonese, magari si augura una vittoria della Juve sul Monza, pensando a come si debbano sottrarre punti a una diretta concorrente per la salvezza.

Nel servizio Rai dell’epoca è particolarmente illuminante come Bruno Pizzul descriva il lavoro del nuovo giovane allenatore della Juventus: «Trapattoni ha voluto imporre schemi più redditizi ma ancora non pienamente assimilati». E poi l’annotazione sulla vera rivoluzione che il Trap avrebbe proposto, con l’assenza di un vero regista, idea non propriamente comune all’epoca: «Manca l’accentratore del gioco e ciò dovrebbe tornare a tutto vantaggio a favore del collettivo».

Quanto a Trapattoni, questo fu il commento sull’1-1: «Ci hanno aggrediti, hanno cercato il risultato e l’hanno ottenuto. Perché noi, comunque, abbiamo perso la testa, la calma e di conseguenza le distanze». A rileggerlo sembra di vedere una versione novecentesca di Massimiliano Allegri, con le sue analisi sulla “pazienza”…