Napoli, dovevi esserci tu: la vera delusione è la Coppa Italia
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Napoli, dovevi esserci tu: la vera delusione è la Coppa Italia

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Atalanta e Lazio si giocano la finale di Coppa Italia, con la Juve fuori dai giochi per il Napoli tanti rimpianti

Che per il primo Napoli del dopo Sarri sarebbe stata dura era prevedibile, a prescindere dal nome del suo successore. Il fatto che questo si chiamasse Ancelotti aveva creato probabilmente più illusioni del dovuto.

Se è confortante però che al netto di tutte le difficoltà di questa stagione di transizione il Napoli sia riuscito comunque a riconfermarsi la seconda forza del campionato italiano, ciò che più stona nell’annata azzurra è come il Napoli abbia fallito di fronte a tutti i bivi della stagione, praticamente in tutte le partite svolta: l’uscita dalla Champions League all’ultima giornata al termine di un girone disputato in modo principesco, gli scontri diretti entrambi persi contro la Juventus, il doppio confronto con l’Arsenal in cui il Napoli non è di fatto pervenuto e soprattutto la deludente eliminazione in Coppa Italia contro il Milan, col senno di poi ostacolo tutt’altro che insormontabile. All’ombra del Vesuvio è tornato più che mai attuale il tema di una mentalità non ancora da grandissima squadra, con Ancelotti che evidentemente, malgrado quanto di buono dica il suo curriculum, non è riuscito a rappresentare da questo punto di vista il tanto auspicato valore aggiunto. Il Napoli della passata stagione compensava volando sulle ali dell’entusiasmo e cavalcando le certezze del proprio gioco i deficit carismatici dei singoli interpreti, mentre quello di quest’anno ha fatto registrare un passo indietro sul piano della convinzione. Le attenuanti sono molte, come ad esempio la partenza di un simbolo come Hamsik a stagione in corso, il lungo periodo di stop di un leader come Albiol, il mancato acquisto ormai da diversi anni di un giocatore trascinante e maggiormente rappresentativo, oltre a un calo di stimoli fisiologico per un gruppo che un anno fa toccava con mano l’impresa e pochi mesi dopo si è ritrovato a fare i conti con una Juve mai così inarrivabile. Non ci sarà però la Juventus a Roma, a giocarsi questa sera la finale di Coppa Italia e per un gruppo a cui in questi anni è mancato soltanto il sigillo di un trofeo, non essere stati pronti ad approfittare di questa chance rappresenta la più grande delusione stagionale. Dopo la passata stagione, il Napoli aveva l’obbligo morale di raccattare il primo trofeo lasciato per strada da Allegri e soci, mentre di quella sciagurata partita contro il Milan colpì soprattutto l’assoluta mancanza di mordente da parte di una squadra che avrebbe dovuto sapere che quella partita sarebbe potuta essere la più importante della stagione. La formazione di Ancelotti si presentò all’appuntamento colpevolmente spenta, distratta e compassata. Con Fabiàn Ruiz e Zielinski che a distanza di tre giorni, nello stesso stadio e contro lo stesso avversario, avevano fatto prima i mediani e poi gli esterni. Fotografia di una versatilità che a volte è stata virtù, ma in altrettanti casi è diventata confusione e perdita dell’identità costruita nel recente passato. Elementi su cui dovrà riflettere non solo il tecnico, ma soprattutto la società. Al fine di consegnare ad Ancelotti per l’anno prossimo, quando la transizione sarà completa e gli alibi dimezzati, una squadra più in linea con le esigenze del top-player della panchina che De Laurentiis aveva deciso di ingaggiare come risposta al colpo CR7.