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Se Sarri fosse il ct del Belgio

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Altra devastante prova di forza del Napoli di Sarri: abbattuta la Lazio in una ripresa fantascientifica. Dries Mertens simbolo di bellezza di questo Napoli

Il Napoli soffre la verve e l’organizzazione della Lazio di Inzaghi nella prima frazione di gara dell’Olimpico ma contiene i danni, in un lasso di tempo in cui comunque è riuscito a rendersi pericoloso nei pressi della porta difesa da Strakosha. La ripresa – complici i problemi difensivi sofferti dai padroni di casa per via delle sopravvenute assenze di Bastos e De Vrij – è di tutt’altro tenore: il Napoli di Maurizio Sarri indossa i suoi panni migliori e travolge una Lazio impossibilitata a reagire. Poche colpe ai padroni di casa: ad oggi 21 settembre 2017 sarebbe complesso, se non per tutti, per tanti. Il ciclone Napoli si abbatte su un avversario che non può contenerlo e resta in testa alla classifica: il sogno della banda Sarri passa ancora dal confronto eterno con la leggendaria Juventus di Allegri.

Napoli, dove si congiungono concretezza e bellezza

Questo Napoli scalda il cuore con la sua bellezza: quello dei propri tifosi, ma anche quello degli amanti del calcio. Siamo al cospetto di un’esibizione continua, di arte sportiva, di un raro abbinamento di organizzazione complessiva ed espressione del talento individuale: il passo avanti che sta provando a compiere la squadra di Sarri è quello di riscoprirsi più matura, di gestire tutta questa bellezza e tutta questa organizzazione tattica alla luce di quanto accade nel campo, con gli avversari. Vivere con maturità un eventuale svantaggio, saperlo affrontare, essere in grado di gestire con maggiore consapevolezza una situazione di vantaggio. Non lasciarsi condizionare o addirittura travolgere dalla paura, o dall’ansia, che sono due concetti assolutamente differenti anche se applicati al calcio. Il Napoli di Sarri sta rendendo complesso scriverne le sue pagine: a volte è troppo, si resta spiazzati tra quel che si vede e quel che si è già visto, in una sorta di dimensione spazio-temporale assai ingannevole. Sì, perché il tutto dovrà pur portare da qualche parte: la Juventus però non ha alcuna intenzione di mollare, è nata per restare aggrappata ad ogni cosa, tiene il testa a testa con gli uomini di Sarri ed è storia nota, in caso di duello a lungo termine ben conoscete chi l’ha spuntata negli ultimi anni. Il mondo Napoli si augura che sia giunto il tempo della rivoluzione.

Un fenomeno sugli scudi: oro Mertens

L’oro di Napoli. Il gol – quello che ha chiuso la contesa dell’Olimpico tra Lazio e Napoli – è fantscientifico: Dries Mertens corre in direzione opposta alla porta e la guarda soltanto per una frazione di secondo. Non c’è tempo neanche per pensare di effettuare quel gesto tecnico ma lui trova anche il modo per eseguirlo: i telecronisti impazziscono, sembra giunto il tempo dell’oro. Non ce n’è, ci si inchina alla bellezza del colpo, alla bellezza del Napoli di Sarri. L’allenatore partenopeo nelle interviste post-gara si coccola la sua invenzione ma afferma di essere stato fortunato: neanche lui poteva ipotizzare un rendimento del belga tanto impressionante se dirottato nel ruolo di attaccante centrale. Il suo testuale è quantomeno particolare: “dopo l’infortunio di Milik pensavamo fosse una buona soluzione, ma non quello che stiamo vedendo. Sono stato fortunato, è un peccato per lui aver scoperto tutto ciò soltanto in prossimità dei trent’anni“. La grandezza di questo allenatore passa anche e soprattutto da tale aspetto: restare il più lontano possibile da infruttiferi protagonismi. Come se non avesse bisogno di sottolineare nulla: i fatti, le evidenze, gli occhi di chi guarda parlano da sé.

Mertens nel Belgio… con Sarri ct

Per citare soltanto i cinque nomi più evidenti del talento che ha a disposizione la nazionale di calcio belga – ve lo assicuriamo, ce ne sono altri – procediamo ad elencare Dries Mertens, Eden Hazard, Yannick Ferreira-Carrasco, Kevin De Bruyne e Romelu Lukaku. Cinque stelle di tecnica, velocità, forza fisica e fiuto del gol che nulla hanno portato al Belgio se non dei quarti di finale al recente Mondiale brasiliano nonché all’ultimo Europeo. Decisamente troppo poco per la ribattezzata generazione d’oro, quella che avrebbe dovuto e potuto conquistare il mondo, far parlare di sé, imporre la legge del suo straripante talento. Una generazione che davvero non ricapita se aggiungiamo la forza degli altri comparti di campo: i vari Courtois, Kompany, Alderweireld, Vertonghen, Vermaelen, Nainggolan, TielemansFellaini, Witsel e chi più ne ha ne aggiunga. Insomma: un concentrato di qualità e forza che presenta tutte le carte in regola per determinare la propria fortuna. Soltanto delusioni invece: nazionale mal allenata, scarsa personalità degli interpreti, prevalenza dei personalismi sul bene collettivo e tante altre ragioni. Mancherebbe un allenatore insomma e la provocazione – alla luce di quel che sarà nell’imminenza – arriva su un piatto d’argento: come si schiererebbe il Belgio nello scenario di Russia 2018 se il suo commissario tecnico fosse Maurizio Sarri? A chi il ruolo di centravanti: Mertens o Lukaku? Quale l’escluso eccellente? Parafrasando il Napoli verrebbe da immaginare un tridente con Ferreira-Carrasco (dicesi Callejon) ed Hazard (dicesi Insigne) ai lati del suo Dries, con De Bruyne nei panni di capitan Hamsik partendo dalla mediana. E Lukaku alla Milik, ridimensionato nelle gerarchie forse, fate voi. Ovvio, si tratta di un gioco: impensabile che accada, impensabile che un allenatore come Sarri – che fonda la sua fortuna sulla meticolosità del lavoro quotidiano – possa fornire tutti gli strumenti adatti per apprendere il suo calcio negli scarsi lassi di tempo concessi alle nazionali. Ma lasciate spazio all’immaginazione: il Belgio in formato Napoli – Napoli di Sarri s’intende – sarebbe davvero l’unico capace di prendersi tutto quello che la generazione d’oro finora si è lasciata scappare.

https://www.youtube.com/watch?v=v0zcGjxWtzo