Italia
Spalletti sull’addio all Nazionale: «Non mi passa mai. Ho voluto insistere su quelle cose, ma…»
Spalletti e l’addio alla Nazionale: «Una ferita che non si chiude». Le dichiarazioni del tecnico
Il dolore per l’addio alla Nazionale è ancora vivo in Luciano Spalletti. In una lunga intervista rilasciata a Repubblica.it, l’ex commissario tecnico della Nazionale italiana ha raccontato con sincerità e commozione i sentimenti che lo tormentano da quel momento difficile vissuto all’inizio dell’estate, dopo l’eliminazione contro il Belgio.
«Non mi passa mai. Mi toglie il sonno. Mi condiziona in tutto. Il pensiero torna sempre lì», ha confessato Spalletti, parlando di quel distacco che definisce come il suo più grande dolore sportivo. «Non sono riuscito a far capire ai ragazzi quanto gli volessi bene. Questo è ciò che più mi pesa», aggiunge, sottolineando quanto fosse legato al gruppo.
Spalletti: «La Nazionale non si rifiuta, si serve»
Alla domanda se abbia sbagliato ad accettare l’incarico da ct, Spalletti risponde con decisione: «No. Perché la Nazionale non si sceglie. La Nazionale chiama. E quando lo fa, devi solo rispondere, senza esitazioni. Devi gonfiare il petto e metterti a disposizione». Una filosofia che il tecnico sente ancora fortemente, e che ritiene stia andando perduta nel calcio moderno.
Durante il suo incarico, Spalletti ha cercato di trasmettere ai suoi giocatori un senso di appartenenza forte. «Ho insistito molto sull’identità, sull’orgoglio. Chiedevo di cantare l’inno, di fare un grido di battaglia prima di ogni allenamento. Ma forse ho esagerato. Forse era troppo», ammette con onestà.
Fiducia nei giocatori e un futuro ancora aperto
Nonostante l’eliminazione prematura, Spalletti continua a credere nei calciatori italiani: «Non vi fate fregare da chi dice che siete scarsi. Avete un livello alto. Non mi priverei mai di giocatori come Barella, Bastoni o Dimarco. Sono il cuore del mio gruppo storico». Per Spalletti, la squadra stava trovando la giusta via dopo l’Europeo, ma qualcosa è andato storto: «Scavi il solco per l’acqua, ma poi prende un’altra direzione. E scava, fino a creare una voragine».
La ferita è aperta, ma il carisma e la passione di Spalletti lasciano intravedere che il suo viaggio nel mondo del calcio, anche se segnato da questa delusione, è tutt’altro che finito.
