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Roadshow in Italia: quando il business si mette in viaggio
C’è chi pensa agli eventi aziendali come a meeting noiosi, chiusi in una sala conferenze con luci al neon e caffè annacquato. Ma negli ultimi anni in Italia sta prendendo piede un format diverso, dinamico e itinerante: il roadshow. Un evento che non resta fermo in un’unica città, ma che “viaggia” lungo la penisola portando contenuti, relazioni e opportunità direttamente nelle mani delle imprese locali.
Non si tratta solo di marketing, ma di un vero e proprio modo di fare business, con un tocco spettacolare: aziende, istituzioni e associazioni scelgono di andare incontro al territorio, creando una formula che unisce networking, formazione e, perché no, anche un pizzico di intrattenimento.
I numeri italiani: piccole e medie imprese protagoniste
Se pensiamo ai grandi roadshow internazionali, ci vengono in mente tour milionari sponsorizzati da colossi tech. Ma in Italia, il cuore pulsante di questo fenomeno sono le PMI. Il concetto è semplice quanto efficace: se l’imprenditore non va all’evento, è l’evento a bussare alla porta delle imprese. E la formula, in un Paese fatto di province e distretti produttivi, sembra funzionare alla grande.
Un esempio? Nel 2023 un roadshow dedicato all’intelligenza artificiale e alle piccole imprese – organizzato da Piccola Industria Confindustria e Anitec-Assinform – ha toccato 13 città italiane e coinvolto oltre 1.100 aziende. Numeri interessanti se consideriamo che parliamo di realtà spesso radicate sul territorio e non abituate a grandi eventi itineranti.
Il format funziona perché crea vicinanza: invece di chiedere alle imprese di spostarsi verso Milano o Torino, è l’evento a bussare alla porta dei distretti industriali, delle città medie e delle province che fanno girare l’economia reale.
Certo! Ti riscrivo il paragrafo su Roma in modo più discorsivo, con tono narrativo e fluido, senza l’elenco puntato:
Roma, il cuore del viaggio
Tra le tante tappe che un roadshow può prevedere, ce n’è una che non manca mai: Roma. La capitale non è solo il centro politico e istituzionale del Paese, ma un palcoscenico dove business e comunicazione si intrecciano naturalmente. L’organizzazione eventi Roma significa avere la possibilità di dialogare direttamente con ministeri, associazioni di categoria e stakeholder pubblici, ma anche di raggiungere un mercato vasto e diversificato che spazia dalle multinazionali alle startup più giovani.
C’è poi un altro aspetto che rende Roma speciale: la visibilità. Con molte delle principali redazioni giornalistiche e televisioni basate in città, ogni roadshow che passa dalla capitale ha inevitabilmente una cassa di risonanza maggiore. E non dimentichiamo la logistica: due aeroporti internazionali e una posizione centrale ne fanno il luogo perfetto per connettere Nord e Sud. In breve, una tappa romana conferisce prestigio, strategia e un respiro nazionale a qualsiasi tour.
Le aziende italiane amano i roadshow
- Capillarità: si raggiungono territori che raramente entrano nei grandi circuiti
- Networking autentico: imprenditori, associazioni e istituzioni si incontrano in contesti informali, più vicini alla dimensione locale
- Impatto economico: oltre al ritorno in termini di contatti e visibilità, ogni tappa muove fornitori, servizi, ospitalità e logistica
Insomma, il roadshow non è solo una strategia di comunicazione: è anche un piccolo moltiplicatore economico per le città che ospitano una tappa.
Come organizzare un roadshow “all’italiana”
Chiunque abbia provato a mettere in piedi un evento sa che il rischio flop è sempre dietro l’angolo. Ma ci sono alcuni ingredienti che, in Italia, fanno davvero la differenza:
- Scegliere le tappe con cura
Non solo le grandi città: a volte i distretti industriali minori riservano le sorprese migliori in termini di partecipazione e interesse - Collaborare con i partner giusti
Camere di Commercio, associazioni di categoria e università locali sono il passaporto per entrare in contatto con le imprese del territorio - Mix di contenuti e interazione
Una tavola rotonda con esperti sì, ma anche casi pratici, demo dal vivo e sessioni di Q&A. L’attenzione cala in fretta: serve ritmo e varietà - Non trascurare i dettagli “soft”
Location accoglienti, logistica semplice, buon catering: un roadshow ben riuscito si ricorda anche per l’esperienza piacevole e non solo per la presentazione istituzionale - Pensare al dopo
Un roadshow non finisce con l’ultima tappa: materiali, video, contatti e follow-up sono l’ossatura per trasformare un evento in un vero investimento di medio periodo.
In un Paese come l’Italia, fatto di province e distretti, i roadshow hanno trovato un terreno fertile. E non è un caso: portano innovazione dove altrimenti non arriverebbe, creano relazioni e trasformano il concetto di evento aziendale in un’esperienza “on the road”.
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