Genoa-Roma, furia Preziosi: «Non potevano perdere per l'ordine pubblico»
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Roma-Genoa, furia Preziosi: «Non potevano perdere per l’ordine pubblico»

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Furia Preziosi, duro attacco del presidente del Genoa dopo la rimonta della Roma: «C’è stata malafede da parte dell’arbitro».

«Siamo stati defraudati». Il presidente del Genoa, Enrico Preziosi, non usa mezzi termini dopo la rimonta della Roma sul Genoa all’Olimpico e le sviste arbitrali del signor Di Bello della sezione di Brindisi, con il Grifone che si è visto negare il calcio di rigore del possibile 3-3 per un fallo di Florenzi su Pandev in piena area giallorossa. Furia Preziosi: «Con l’arbitro Di Bello la Roma ha vinto dieci volte su dieci, noi invece ne abbiamo perse nove su dieci. Adesso basta.– ha tuonato il patron rossoblù ai microfoni de “La Gazzetta dello Sport” – È arrivato il Genoa all’Olimpico e la Roma ha risolto i suoi problemi. Com’è stato possibile che l’arbitro non abbia visto un rigore così solare a nostro favore? Lui era lì».

«Il fallo su Pandev era da rigore, l’ho visto benissimo. – ha proseguito Preziosi – Era chiaro. Peccato, ci sentiamo defraudati. Noi abbiamo fatto parecchi errori tecnici, ma ci sono stati errori anche tecnici arbitrali. Non capisco perché questa azione non sia stata poi guardata bene. C’è stato un fallo di mani ma anche con i piedi». Sotto accusa il mancato utilizzo del VAR: «In passato ho detto che è uno strumento democratico, ma questa sera c’è stato un errore tecnico clamoroso. La verità è che non bisognava far perdere la Roma, a Roma c’era la contestazione e il problema dell’ordine pubblico… Ma il VAR ha penalizzato in passato per esempio anche il Torino. Questo è davvero un sistema sbagliato, così non si può andare avanti. Noi abbiamo bisogno di punti, ma se non ci permettono di farli…».

«Bisogna cambiare tutto, il sistema, ma anche le persone. – ha concluso il presidente del Genoa – C’è stata solo malafede, un arbitro non si può rifiutare di controllare se c’è stata un’azione dolosa. Pandev è stato spinto con due mani dall’avversario alle sue spalle, al momento di colpire il pallone. Questa è una vergogna, una vergogna vera…».

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