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Gattuso, il ct per portare l’Italia ai Mondiali 2026

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Gattuso

Il suo nome circolava oramai da diverse ore, ma si aspettava ancora la conferma ufficiale, arrivata sul sito della FIGC solo domenica 15 giugno: Gennaro Gattuso avrà l’arduo compito di traghettare l’Italia ai prossimi mondiali di calcio in Nord America.

Il presidente Gravina ha scelto “ringhio” Gattuso, in quanto «simbolo del calcio italiano», dotato di «professionalità ed esperienza». Ma tutti sanno che in realtà si tratta di un ripiego, un secondo nome, tirato fuori dal cappello, solo dopo la rinuncia di Claudio Ranieri, che ha preferito rimanere ad onorare il suo impegno con la Roma e, ovviamente, dopo l’esonero di Luciano Spalletti, seguito alla figuraccia contro la Norvegia.

Per sapere che direzione prenderà l’Italia di Gattuso dovremo attendere il giorno della sua presentazione, giovedì prossimo a Roma, anche se probabilmente ne sapremo di più dopo i prossimi due impegni della nazionale nelle qualificazioni per i mondiali: il 5 settembre contro l’Estonia e l’8 settembre contro Israele. A quel punto, essere un simbolo avrà contato poco, avranno avuto più rilevanza la professionalità e l’esperienza del c.t. e la sua capacità di fare squadra in poche settimane.

Dalla Svizzera al mare di Palermo e di Creta

Anche se Gattuso non è alla prima esperienza come allenatore, la sua carriera fino a questo punto è costellata di alcuni successi, ma anche di diversi insuccessi e incomprensioni.

Tutto inizia nel febbraio 2013 in Svizzera, nel Sion, quando Gennaro indossa ancora la maglia da giocatore e la fascia da capitano: a Gattuso, in squadra da pochi mesi, a seguito di una sconfitta contro la capolista Grasshoppers, viene chiesto di sedere in panchina. È una collaborazione brevissima, solo tre mesi, di cui due come secondo allenatore, durante la quale il Sion ottiene 2 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte in Super League, cui vanno aggiunte 1 vittoria e 1 sconfitta in Coppa Svizzera.

Dalle Alpi al mare di Palermo: i rosanero di Zamparini, appena retrocessi in Serie B, ingaggiano Gattuso, ma anche quest’avventura dura poco: per l’esonero, basteranno sei partite, di cui 1 pareggio, 2 vittorie e 3 sconfitte.

Dopo un periodo di assenza dai campi da gioco, a giugno 2014 Gattuso ottiene un ingaggio a Creta, per la panchina dell’OFI, squadra che milita nella massima divisione nazionale della Grecia. Nemmeno il Mar Egeo porta bene a Gattuso: in seguito ad una serie di insuccessi, rassegna le dimissioni dopo sette giornate, viene reintegrato a seguito delle pressioni dei tifosi, ma il club interrompe definitivamente la collaborazione a dicembre dello stesso anno.

Ritorno in Italia: Pisa, Milan e Napoli

Questa volta trascorre un anno, prima che Gattuso trovi una nuova panchina su cui sedersi: si tratta di quella del Pisa, che milita in Lega Pro. Integrato nel team nell’agosto del 2015, a giugno dell’anno successivo, arriva il primo grande successo: la promozione in serie B, in finale play-off contro il Foggia.

Il Pisa però ha problemi societari, gestisce male giocatori, staff tecnico e stipendi; e questo a Gattuso sta stretto, perciò, quando nel maggio 2017 la squadra retrocede nuovamente in Serie C (la Lega Pro, nel frattempo, aveva cambiato nome), Gennaro se ne va.

È il momento di tornare a Milano, città che lo ha sempre adorato: viene scelto per allenare i ragazzi della Primavera rossonera, ma pochi mesi dopo, quando Montella viene esonerato, Gattuso prende il suo posto in prima squadra. Nel girone di ritorno, il Milan ottiene 39 punti, un sesto posto e la finale di Coppa Italia. Nella stagione successiva, Gattuso si piazza al quinto posto in campionato, arriva in semifinale di Coppa Italia, in finale di Supercoppa italiana e ad un solo punto dalla qualificazione in Champions League.

Ancora una sostituzione, questa volta a Napoli, a posto di Ancelotti; sarà la prima volta di mister Gattuso in Champions (pareggio in casa contro il Barcellona) e della conquista della Coppa Italia sulla Juve. La stagione 2020-21, dopo una serie di infortuni di prestigio (incluse le 19 partite saltate da Osimhen), eliminazioni da Supercoppa, Coppa Italia e Europa League e un quinto posto in classifica, sarà l’ultima a Napoli.

Gli ultimi anni molto convulsi

Segue, a questo punto, un’alternanza di esperienze brevi e anni sabbatici: nel 2021, un mese alla Fiorentina (interrotto per divergenze con la dirigenza); nel 2022, sei mesi a Valencia (20 punti in 18 partite); nel 2023, cinque mesi all’OM (21 punti in 16 partite); tra il 2024 e il 2025 una stagione intera a Spalato: terzo posto in classifica, quarti di finale in Coppa di Croazia, 20 vittorie, 14 pareggi e 9 sconfitte.

Ora è arrivato il momento, per Gattuso, di sedersi sulla panchina più prestigiosa (ma anche più calda) di tutta Italia, quella della nazionale. Non è sicuramente un compito facile, e gli scommettitori già puntano sulle partite con Estonia e Israele, sui siti dei bookmakers non AAMS.

Ottenere sei vittorie su sei partite non sarà di certo facile: serviranno impegno e sacrifici, da parte di tutti, allenatore, giocatori e staff.

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