Montella contro i luoghi comuni: «Il mio Milan era ben allenato»
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Montella contro i luoghi comuni: «Il mio Milan era ben allenato»

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Vincenzo Montella ricorda la sua esperienza con il Milan: «Avrei dovuto lasciare dopo aver vinto la Supercoppa, non c’era più fiducia in me».

Dopo una prima stagione positiva, il secondo anno sulla panchina del Milan per Vincenzo Montella si è chiuso con l’esonero, arrivato il 26 novembre 2017 in seguito al pareggio per 0-0 con il Torino. L’Aeroplanino, intervistato da “Il Corriere della Sera”, è tornato sulla sua avventura in rossonero e ha voluto smentire le critiche principali che gli erano state rivolte. «L’accusa di aver lasciato la squadra in scarsa condizione fisica mi tocca profondamente. – ha detto – Nella gara a Benevento, la prima del mio successore, i giocatori corsero più degli avversari. Si fa confusione fra distanza percorsa e intensità. Sfido chi ha messo in dubbio il mio lavoro a un confronto pubblico. Ho allenato in serie A per 5-6 anni e penso di avere più esperienza di chi ha fatto certe affermazioni».

L’allenatore napoletano, svela poi i problemi avuti nella seconda stagione: «È stata sbagliata la comunicazione sin dall’estate, – ha sostenuto – creando aspettative altissime sulla squadra. Avrei dovuto tenere un profilo più basso ma è difficile mettersi in contrasto con le direttive della società. Erano arrivati 11 giocatori nuovi e sarebbe servito del tempo per assemblarli. Invece anch’io ho assecondato i proclami di scudetto dei dirigenti. L’arrivo di Kalinic? Arrivammo alla fine della sessione di mercato con poche risorse a disposizione per reperire il regista e l’attaccante. Vero è che fummo vicini a Morata e Batshuayi ma poi con 20 milioni di budget era difficile comprare un centravanti più forte di Kalinic. Razionalmente sarebbe stato giusto lasciare dopo il primo anno durante il quale vinsi la Supercoppa».

Fra i nodi del 2° anno al Milan anche la consegna della fascia da capitano a Leonardo Bonucci: «Io gli dissi telefonicamente che si poteva essere capitani anche senza fascia. Gliel’aveva promessa la società, che voleva puntare su un nome del nuovo corso». Non manca una frecciata ad Abbiati: «Mi ha accusato di non fidarmi di nessuno? Considerando la sua intervista forse facevo bene. La verità è che invitavo tutti i membri dello staff alle riunioni tecniche ma lui non si è mai presentato». Infine sul futuro, con il suo nome accostato anche alla panchina della Roma: «Ho avuto proposte dall’Italia e dall’estero, stavolta so di non poter sbagliare. – ha affermato Montella – Ho voglia di tornare e spero di poter dare ancora tanto».

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