Cristiano Ronaldo e la Juventus: «La squadra più unita in cui ho giocato»
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Cristiano Ronaldo e la Juventus: «La squadra più unita in cui ho giocato»

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Cristiano Ronaldo e la Juventus: intervistato dai 3 quotidiani, il portoghese parla anche di obiettivi: «La Champions non sia un’ossessione».

La sua avventura con la Juventus si sta rivelando per ora quella che Cristiano Ronaldo si aspettava quando in estate ha deciso di trasferirsi in Italia e lasciare il Real Madrid. Nella sua lunga intervista con Gazzetta dello Sport, Corriere dello Sport e Tuttosport, il campione portoghese ha parlato anche delle sue sensazioni in questi primi mesi a Torino e degli ambiziosi obiettivi stagionali con i bianconeri.

«Penso di vincere la Champions League con la Juve, – ha sottolineato – ma non può essere un incubo. Se il calcio fosse uno sport individuale conterebbe soltanto il numero delle vittorie. Al Real era così, vincere la decima Champions League era ormai un’ossessione. E continuavamo a uscire ai quarti di finale. La Champions è un sogno, non può diventare un dovere. Semplicemente perché troppe cose possono andare storte. Guardate che cosa è accaduto con il Manchester United. Stavamo giocando benissimo, eravamo in vantaggio, ti giri dall’altra parte e ti ritrovi con due gol sulla schiena. E se succede all’eliminazione diretta ti ritrovi a casa».

CR7 ha assicurato di sentirsi speciale alla Juventus: «Sotto diversi aspetti la Juventus è diversa dal resto del mondo. – ha dichiarato il portoghese – Anche nella maniera in cui mi sono sentito trattato. Piccoli dettagli fanno una grande differenza. Io preferisco sottolineare la somiglianza. Manchester United, Real e Juve sono le squadre di punta nei rispettivi Paesi. E qui si dividono le strade. In Italia, per esempio, si tende a difendere di più in campo, con maggiore attenzione. E fuori del campo in Spagna l’organizzazione è molto più rilassata. In Italia sono maggiori la concentrazione, la dedizione, l’impegno. Alla fine della giornata il livello della qualità è analogo».

«Se la Juventus è la miglior squadra della mia vita? Non credo sia corretto azzardare paragoni del genere. – ha proseguito Ronaldo – Ho giocato con gente fantastica, ma il punto è: una cosa sono gli atleti, un’altra la squadra. Non mi è mai piaciuto guardare ai giocatori come a star. Ho sempre cercato di vedere i compagni nel loro insieme. Ecco, io credo che questa sia la squadra più unita in cui ho mai giocato. Tutti vogliono vincere, tutti sono umili, tutti sorridono sempre. Dybala e Mandzukic sono contenti persino quando non segnano. Non dico che a Madrid non ci fosse umiltà, tutt’altro. Ma alla Juventus sembra di stare in famiglia. Con i giocatori e con le persone che lavorano nel club».

Molto buono anche il rapporto dell’attaccante con il tecnico Massimiliano Allegri: «È poco tempo che lavoro insieme a lui. – ha premesso – Nessun confronto con gli altri tecnici che ho conosciuto. Ma posso dire questo: è un ottimo coach, molto professionale, una persona seria. E soprattutto è un tipo simpatico. Scherzi, abbracci, pacche sulle spalle. A me piace. E poi è onesto. Ti chiama per nome, sempre. Nessuno può girarsi dall’altra parte e fingere che stia parlando con qualcun altro. Per esempio l’ho sentito urlare a uno di noi: non dribblare, non è il tuo mestiere, tu devi correre e passare il pallone. Dopo averlo nominato con chiarezza, naturalmente. È molto furbo, anzi, molto intelligente. E anche spassoso». Infine sul suo primo Derby contro il Torino: «Una persona che lavora nel club – ha rivelato CR7 – mi ha detto: Cristiano, non c’è problema, goditi le partite. Tranne quelle con l’Inter e quelle con il Torino. Vanno vinte, intesi?». «Tranquillo, – ho risposto – ho capito tutto».

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